30 aprile 2019
LISTE UNICHE IN TANTI PICCOLI COMUNI, UNCEM: SINERGIA, ASCOLTO E UNITA' SEGNALI PER LA POLITICA NAZIONALE E PER TUTTE LE ISTITUZIONI
Mai come nella tornata elettorale amministrativa del 26 maggio, tanti piccoli Comuni italiani vedranno una sola lista presentarsi agli elettori. Un solo candidato Sindaco, con un gruppo di candidati consigliere che "sfidano" il quorum del 50 per cento più uno degli aventi diritto che dovrà imbucare la scheda nell'urna.
Diversi i motivi di queste liste uniche, in moltissimi piccoli centri. A partire dalla difficoltà nel trovare persone disponibili a candidarsi, sia Sindaco sia consigliere, per un'avventura politico-amministrativa sempre più complessa, con una macchina infarcita di molta democrazia, con moltissime responsabilità per i primi cittadini in particolare, per una "prima linea" che è complessa e non sempre con un ruolo pienamente riconosciuto anche nell'indennità. Il Sindaco di un piccolo Comune è ancora il soggetto più vicino ai cittadini, parte della sua comunità, ma spesso si ritrova solo e con gli Enti centrali, Stato e anche Regioni, lontani e non sempre disponibili. Liste uniche da non bollare però come risultato di una democrazia in deficit di partecipazione. Nei piccoli Comuni - Uncem lo ha sempre sottolineato - la partecipazione si esprime nelle Associazioni locali, tante e molto solide, nel volontariato, nella disponibilità dei cittadini in diversi ruoli quando Comune o Associazioni stesse chiamano. Si pensi alle Pro Loco, ai gruppi di Protezione civile o ad altre forme di impegno: sono diverse dall'Amministrazioni, ma altrettanto importanti nel tessuto sociale di un paese.
Nel chiedere ai cittadini di recarsi alle urne, i Sindaci dei piccoli centri si appellano a Governo e Parlamento per avere norme di semplificazione decisive, unite a una fiscalità differenziata per chi sceglie di vivere e operare nei territori montani, dove spopolamento e desertificazione sono da affrontare nel lavoro unitario di più Enti, secondo logiche di valle e dinamiche integrate di territorio.
Liste uniche, ma anche unitarie. In molti Enti, Alpi e Appennino, si è spesso arrivati - non solo alla vigilia di questa tornata elettorale - a presentare una sola lista unendo più sensibilità, più proposte, più idee. Facendo una sintesi nell'interesse del paese, individuando nel candidato Sindaco un garante del pensiero articolato e un motore delle strategie di crescita del proprio Comune. Unitarie dunque queste liste, che dimostrano anche una capacità di intesa della quale tutti i livelli politici avrebbero molto bisogno. Uncem legge il moltiplicarsi di liste uniche non certo come una mancanza futura di confronto, come assenza negativa di opposizione, bensì come uno stimolo per il dialogo nel corso del mandato a intensificare il rapporto con i cittadini, con la comunità in uno scambio diffuso e osmotico, in occasioni anche diverse dai Consigli comunali. Una necessità di interazione, sinergia e ascolto per tutti i livelli politici nazionali, ai quali i piccoli Comuni - con lista unica o meno - danno un ennesimo segnale.
Mai come nella tornata elettorale amministrativa del 26 maggio, tanti piccoli Comuni italiani vedranno una sola lista presentarsi agli elettori. Un solo candidato Sindaco, con un gruppo di candidati consigliere che "sfidano" il quorum del 50 per cento più uno degli aventi diritto che dovrà imbucare la scheda nell'urna.
Diversi i motivi di queste liste uniche, in moltissimi piccoli centri. A partire dalla difficoltà nel trovare persone disponibili a candidarsi, sia Sindaco sia consigliere, per un'avventura politico-amministrativa sempre più complessa, con una macchina infarcita di molta democrazia, con moltissime responsabilità per i primi cittadini in particolare, per una "prima linea" che è complessa e non sempre con un ruolo pienamente riconosciuto anche nell'indennità. Il Sindaco di un piccolo Comune è ancora il soggetto più vicino ai cittadini, parte della sua comunità, ma spesso si ritrova solo e con gli Enti centrali, Stato e anche Regioni, lontani e non sempre disponibili. Liste uniche da non bollare però come risultato di una democrazia in deficit di partecipazione. Nei piccoli Comuni - Uncem lo ha sempre sottolineato - la partecipazione si esprime nelle Associazioni locali, tante e molto solide, nel volontariato, nella disponibilità dei cittadini in diversi ruoli quando Comune o Associazioni stesse chiamano. Si pensi alle Pro Loco, ai gruppi di Protezione civile o ad altre forme di impegno: sono diverse dall'Amministrazioni, ma altrettanto importanti nel tessuto sociale di un paese.
Nel chiedere ai cittadini di recarsi alle urne, i Sindaci dei piccoli centri si appellano a Governo e Parlamento per avere norme di semplificazione decisive, unite a una fiscalità differenziata per chi sceglie di vivere e operare nei territori montani, dove spopolamento e desertificazione sono da affrontare nel lavoro unitario di più Enti, secondo logiche di valle e dinamiche integrate di territorio.
Liste uniche, ma anche unitarie. In molti Enti, Alpi e Appennino, si è spesso arrivati - non solo alla vigilia di questa tornata elettorale - a presentare una sola lista unendo più sensibilità, più proposte, più idee. Facendo una sintesi nell'interesse del paese, individuando nel candidato Sindaco un garante del pensiero articolato e un motore delle strategie di crescita del proprio Comune. Unitarie dunque queste liste, che dimostrano anche una capacità di intesa della quale tutti i livelli politici avrebbero molto bisogno. Uncem legge il moltiplicarsi di liste uniche non certo come una mancanza futura di confronto, come assenza negativa di opposizione, bensì come uno stimolo per il dialogo nel corso del mandato a intensificare il rapporto con i cittadini, con la comunità in uno scambio diffuso e osmotico, in occasioni anche diverse dai Consigli comunali. Una necessità di interazione, sinergia e ascolto per tutti i livelli politici nazionali, ai quali i piccoli Comuni - con lista unica o meno - danno un ennesimo segnale.